Cosa può fare ciascuno di noi a casa per lo spreco alimentare ma non solo

Mi chiamo Lisa, da bambina il mio sogno era diventare etologa e trasferirmi in Africa a studiare gli elefanti, poi crescendo ho capito che se non facevamo qualcosa per salvare il pianeta c’era il rischio che di elefanti da studiare non ce ne fossero più, è così che ho deciso di dedicare la mia vita all’ambiente. Sono diventata una scienziata ambientale e ho avuto modo di studiare a fondo cambiamenti climatici, problemi di inquinamento, depauperamento delle risorse.

Tutti i giorni mi chiedo qual è la nostra risposta a queste problematiche e se ci sono comportamenti virtuosi che possiamo fare per ridurre il nostro impatto ambientale.

La consapevolezza da sola non basta, per mettere in pratica uno stile di vita più sostenibile, occorre una vera presa di coscienza, un cambio di mentalità, un CLIC che ci faccia dire DA OGGI si CAMBIA.

Il mio CLIC è arrivato un sera, per caso, stavo cucinando un piatto di carciofi quando a un certo punto mi sono accorta che quello che avrei buttato via era superiore in peso a quello che avrei mangiato. Ho controllato su tutti i libri di cucina che avevo, sui siti web più autorevoli ed effettivamente sembrava giusto così.

Ho cominciato allora a pesare tutti gli alimenti e le parti che solitamente scartiamo. Dopo un anno di sperimentazioni avevo scoperto che in media scartiamo il 50% di frutta e ortaggi e che la motivazione ufficiale è che sono parti non commestibili.

Ho fatto ricerche e trovato diversi studi a proposito delle parti meno nobili per capire cosa c’è di così terribile e pericoloso all’interno di bucce, gambi e foglie ma non ho trovato nulla se non proteine, vitamine, tantissimi antiossidanti e fibre, addirittura di più che nelle parti che solitamente consumiamo, come il cuore nel carciofo.

Ho scoperto ad esempio che la buccia della zucca è ricchissima di fibre, è meno dolciastra della polpa e in assaggi alla ceca con gruppi di persone ha riscosso più successo che la polpa.

 

 

 

Il problema delle foglie esterne del finocchio è la loro fibrosità e anche l’aspetto estetico. Troppo facile tenere solo il cuore e buttare il resto. Di solito è sufficiente tagliarle con una mandolina per eliminarne tutti i difetti

 

Ho esteso la mia ricerca anche ad altre cose come ad esempio le acque di cottura, in particolare dei legumi che in tanti buttano via e che invece grazie all’elevato contenuto di lecitina hanno proprietà simili all’albume.

Ovviamente negli anni che ho passato chiusa in casa a fare esperimenti non sono uscite solo cose buone ma anche alcuni incidenti di percorso come il meraviglioso tortino di filamenti di cardo: praticamente era come mangiare una palla di pelo del gatto. Oppure uno sformato di baccelli di piselli che richiedeva una masticazione piuttosto lunga. Questi incidenti sono in realtà stati fondamentali per aiutarmi a mettere insieme le tecniche e capire quale era la migliore per ogni ingrediente.

A questo punto c’erano le prove concrete che nel pensare comune, nella consuetudine del nostro modo di cucinare c’era qualcosa che non andava, come un disco vecchio di 50 anni che continua a suonare anche se è cambiato il pubblico, il gusto e le esigenze. Da brava scienziata allora mi sono chiesta: “Ma se questo fosse vero anche per il nostro modo di mangiare?  e a pagare le conseguenze di consuetudini superate fossero non solo la nostra salute ma anche l’ambiente?”

Il mio clic è stato quella sera con quel carciofo. Quel carciofo mi ha aperto gli occhi su

  • un mondo di sprechi che si potrebbero evitare, rifiuti che potrebbero essere evitati, soldi buttati via, nutrienti preziosi sprecati
  • ma anche su abitudini e consuetudini che è il momento di mettere in discussione.

 

 

Se vogliamo essere più sostenibili e ridurre il nostro impatto ambientale possiamo ridurre utilizzo dell’auto, uso di lampadine a basso consumo energetico, installazione di doppi vetri, ma la cosa più efficace è cambiare qualcosa nel nostro rapporto con il cibo. Diversi studi internazionali hanno dimostrato come il semplice cambiamento delle proprie abitudini alimentari possa risultare molto più efficace nel determinare una riduzione delle emissioni di gas serra globali rispetto a tutti gli altri accorgimenti applicabili.

 

E la prima cosa da fare per essere più sostenibili, vivere a lungo e in salute e risparmiare è basare la propria alimentazione sui vegetali, FRUTTa e Verdura in primis e non far mancare mai sulla nostra tavola Cereali integrali, Legumi e frutta a guscio/semi oleosi.

Non dimentichiamoci che il nostro clic per cambiare le cattive abitudini ci sta aspettando ma possiamo anche cercarlo, sperimentando stili di vita diversi e diverse abitudini. Ricordo un ted talk che mi ha molto colpito dove il messaggio era che se riesci a cambiare una tua cattiva abitudine per 1 mese ti accorgerai che la nuova abitudine è diventata parte di te e sarà più difficile tornare indietro.

Cambiare è possibile. Riscoprire l’essenziale a tavola è possibile e potrebbe piacervi. Vi sentirete meglio, dimezzerete la vostra spesa, comprerete meno cose ma di qualità, il grosso della vostra spesa saranno frutta e verdura, 5,6kg a settimana 100% commestibili. Mettiamo in discussione le cattive abitudini oggi. Facciamolo oggi per il bene del nostro pianeta. Facciamolo oggi per noi stessi e le persone che amiamo.

Per saperne di più e scoprire tutti i segreti per azzerare gli sprechi a tavola e in cucina non perdete il mio prossimo post.

 

Il vostro carciofo vi sta aspettando.

Lisa