L’esperienza del comune di Bergamo contro lo spreco alimentare

Il Comune di Bergamo è da tempo attento al tema dello spreco alimentare: non solo ha introdotto nelle mense scolastiche misure ad hoc per evitare sprechi nei piatti e migliorare l’educazione alimentare sin dalle età più giovani, ma anche attraverso la valorizzazione del cibo di qualità (non a caso Bergamo ha ospitato nell’ottobre 2017 il G7 dell’agricoltura, organizzando una settimana di eventi e conferenze sul diritto al cibo) e attraverso iniziative volte a ridurre la produzione di rifiuti. In questo ambito si inscrive la recente applicazione della Legge Gadda, norma pensata proprio per ridurre lo spreco alimentare e che introduce anche riduzioni TARI ai soggetti che cedono e devolvono le eccedenze alimentari a enti no profit e a soggetti che operano nel sociale.

In particolare l’art. 17 della legge dà facoltà ai comuni di dare agevolazioni tariffarie ai soggetti che devolvono a enti con finalità sociali. L’iniziativa congiunta degli assessori di Bergamo e Brescia ha individuato in riduzioni del 5-6% della tariffa TARI, al massimo il 20% della parte variabile, ai soggetti della Grande Distribuzione e della Grande Ristorazione che cedono e devolvono a enti no profit una soglia minima di 15mila euro di merce in controvalore. Basterà presentare alla Guardia di Finanza del territorio di competenza documentazione certificata dell’operazione di riduzione dei rifiuti e dello spreco alimentare per poter accedere alle agevolazioni tariffarie previste dai due Comuni capoluogo.

 

 

“Grazie alla legge Gadda – spiega l’Assessore all’ambiente del Comune di Bergamo Leyla Ciagà – possiamo offrire a imprenditori e commercianti la possibilità di fare una buona azione, dando loro la possibilità di donare alimenti che altrimenti verrebbero sprecati, in cambio di una diminuzione della TARI: più viene donato, maggiore è il risparmio sulla bolletta dei rifiuti”.

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