Antonio Sorice

Presidente SIMEVEP

Presidente della  Società Italiana di Medicina Veterinaria Preventiva,  Ex Direttore del Distretto Veterinario B dell’Asl di Bergamo, dove si è occupato di Sanità animale.

Buone prassi igienico – sanitarie per donare

La legge 166/2016 esclude dalla donazione alcuni alimenti?

Assolutamente no, tutti gli alimenti possono essere donati senza distinzione di tipologia e di stato, conserve, freschi, congelati o surgelati, a lunga conservazione, crudi o cotti e così via, fino in prossimità della data di scadenza (da consumarsi entro il …) o che hanno superato il TMC (da consumarsi preferibilmente entro il …)

Vi sono esempi significativi di iniziative che sono state messe in campo grazie all’entrata in vigore della Legge Gadda e che dimostrano come tutti gli alimenti, freschi, cucinati, e conservati possono essere recuperati e donati.

Il recupero per solidarietà sociale nei confronti di enti caritativi di pasti in eccedenza preparati sulle navi da crociera e non somministrati, le eccedenze di cibo che derivano da organizzazione di eventi, il pescato sequestrato o che per norme comunitarie non può essere immesso sul mercato come nel caso di quello sotto taglia.

 

Esistono delle buone prassi da seguire?

Quando si parla di alimenti è molto importante seguire delle buone prassi, per garantire a tutti indistintamente di consumare cibo che sia garantito dal punto di vista della sicurezza alimentare, per tutelare sia i soggetti donatori che i destinatari.

Gli alimenti devono essere sempre gestiti, trasportati, stoccati e manipolati nel rispetto delle più semplici norme igieniche; poi vi sono delle regole da seguire che valgono per tutti gli alimenti, ad esempio il rispetto della catena del freddo per i prodotti freschi o conservati che devono essere conservati a temperature di refrigerazione (es. latte, formaggi, carne, pesce, etc.), ed altre che cambiano in funzione del tipo di alimento.

Questo è importante per rispettare le norme vigenti, ma soprattutto per rispondere all’obiettivo finale della legge Gadda, che tutela la dignità della persona nella fruizione di questi beni.

Sarebbe opportuno che i volontari degli enti caritativi che decidono di occuparsi di questo ambito specifico, fossero adeguatamente formati  sulle principali nozioni in materia di corrette prassi igienico sanitarie nella gestione degli alimenti. Si possono seguire dei corsi di formazione, e sicuramente seguire le indicazioni contenute in manuali di corretta prassi igienica che sono già a disposizione, come ad esempio quello sviluppato da Banco Alimentare e da Caritas Italiana, che è stato approvato dal Ministero della Salute, può fornire un valido supporto per gli operatori degli Enti del Terzo Settore impegnati su questo fronte.

 

Scarica il manuale sulle corretti prassi operative.